Omicidio preterintenzionale. E’ il nuovo capo d’imputazione che il sostituto procuratore Emanuele De Franco ha formulato nei confronti di Benedetto Montaquila, il 47enne pregiudicato di Gaeta ritenuto responsabile di un’aggressione mortale perpetrata ai danni di Alessandro Gallinaro, di 77 anni di Gaeta. L’anziano ha cessato di vivere nel pomeriggio di martedì presso l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina dove lottava contro la morte per un vasto ematoma cerebrale riportato in seguito ad un’aggressione subita dal 47enne tossicodipendente di Gaeta. L’episodio si era verificato domenica mattina, poco prima di mezzogiorno, davanti la Chiesa di Santo Stefano Protomartire, nel quartiere di via degli Eucalipti. Secondo la ricostruzione degli agenti del locale commissariato il 77enne, mentre attendeva che la moglie uscisse dalla chiesa per tornare in via dei Frassini in cui abitava, sarebbe stato avvicinato da Montaquila e, senza alcun motivo, colpito con un pugno al volto prima di finire a terra. Gallinaro, il tempo di riprendersi, decideva di tornare a casa da solo mentre la moglie cercava inutilmente di rintracciarlo al telefonino all’esterno della chiesa. La donna nel frattempo tornava a casa e trovava l’anziano coniuge in un lago di sangue, con l’orbita oculare visibilmente tumefatta. In quei minuti Montaquila pensava a ricostruirsi un alibi. Chiedeva l’intervento del 113 davanti la Chiesa di Santo Stefano. Spiegava di aver notato una persona anziana che, a suo dire, si sarebbe denudata davanti alcuni adolescenti e per questo motivo l’avrebbe personalmente strattonata ed allontanata. Questa ricostruzione ha retto sino a lunedì mattina quando le condizioni cliniche di Gallinaro si sono ulteriormente aggravate e la famiglia dell’anziano ha denunciato l’aggressione al Commissariato. Gli stessi agenti del Vice questore Roberto Graziosi avviavano alcuni accertamenti e smentivano categoricamente, attraverso l’esame del sistema di videosorveglianza dell’area esterna alla chiesa, che il 77enne si fosse denudato e reso protagonista di molestie nei confronti di minori. Gallinaro, dopo un’agonia di quasi due giorni, è morto all’ospedale di Latina dove nei prossimi giorni il suo cadavere sarà sottoposto ad autopsia. Il suo aggressore, invece, ha avuto modificato l’iniziale capo d’imputazione, da lesioni personali aggravate ad omicidio preterintenzionale, e per questo motivo la Procura di Cassino ha disposto il suo trasferimento nel carcere di Frosinone. I guai del 47enne, difeso dall’avvocato Piergiorgio Di Giuseppe, non finiscono qui. La famiglia di Alessandro Gallinaro ha dato mandato all’avvocato Vincenzo Macari di formalizzare nei suoi riguardi una denuncia per calunnia. per essersi inventato alcune molestie con l’intento di mascherare un’aggressione senza un perché.