Dalle indagini su una concessionaria di autovetture, fino ad arrivare ad una palestra, una di quelle ultramoderne, ma piena di lavoratori in nero. E’ quanto hanno scoperto i finanzieri di Pomezia nella città del litorale romano. Come detto le indagini sono partite da un’autoconcessionaria, avviata al fallimento dopo aver accumulato un debito di circa 25 milioni con il fisco.
Secondo le accuse il titolare della concessionaria, allo scopo di sottrarsi al pagamento delle imposte, aveva prelevato oltre un milione di euro dai conti dell’azienda: in parte in contanti, in parte in bonifici a favore di una palestra, riconducibile comunque a lui stesso. Ed è su quella attività che le indagini si sono indirizzate.
Oltre alla mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali, i finanzieri hanno scoperto che in quella palestra c’erano circa 50 dipendenti, tutti, secondo le accuse, sconosciuti al Ministero del Lavoro. Receptionist, addetti alla sala, istruttori, addetti alle pulizie, impiegati di segreteria e finanche esperti di marketing e comunicazione social. Tutti rigorosamente in nero. L’amministratore della società è stato quindi, segnalato all’ispettorato del lavoro e multato per 300 mila euro, oltre ad essere denunciato per aver occultato al fisco 350 mila euro di ricavi in due anni.
La procura di Velletri ha quindi emesso tre avvisi di conclusione indagini: uno per l’amministratore di diritto della società, uno per quello di fatto ed un terzo, complice di quest’ultimo, accusato di essersi occupato dei prelevamenti dalla società avviata al fallimento. L’accusa per loro è quella di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.