Ha scelto i canali social la dg della Asl di Frosinone per affidare giovedì in tarda sera il suo messaggio chiaro e deciso: i medici e gli operatori sanitari non vaccinati saranno sospesi, se non si riuscirà a trovare una ricollocazione per ciascuna figura.
Chi poteva essere spostato in altri servizi, non a contatto diretto con il pubblico, è stato già ricollocato. Una procedura però che deve tenere conto anche di chi non si è vaccinato per ragioni sanitarie o per posizioni personali.
Quindi, spiega la dg, tutti gli altri non ricollocabili, saranno sospesi come hanno già fatto altri ordine professionali (cui spetta il provvedimento finale) in varie parti d’Italia.
Una situazione che però nella asl di Frosinone coinvolge circa 30 dipendenti sanitari su oltre 4000 in servizio. La dg spiega così che ” Ai certificati per ragioni sanitarie, abbiamo già trovato una ricollocazione in smart working a parità di stipendio, anche se non è stato facile privarsene visto che siamo già pochi. Ora si deve sospendere i non giustificati non ricollocabili”.
Poi nel lungo posto la dg D’Alessandro da anche spunti di riflessione su questioni socialmente aperte oggi in Italia: «Con il Covid su un dg sono arrivate moltissime responsabilità in più, sotto il cappello “datore di lavoro” a parità di tutto il resto. Sarebbe da discutere se nella pubblica amministrazione si possa davvero considerare tale un dg. Tutto è molto determinato da leggi e contratti nazionali. Invece, sarebbe stato utilissimo definire chiaramente dove si fermano i diritti e cominciano i doveri collettivi. Doveri, argomento tabù nel nostro Paese al pari di bene pubblico». Parola di Pierpaola D’Alessandro.