Chi non si vaccina, mettendo a rischio la salute degli altri, deve assumersi le proprie responsabilità fino alla fine. Partendo da questa convinzione la regione Lazio sta studiando un modo per fare pagare le spese delle cure mediche ai no vax che vengano contagiati, in particolare a quelli che finiscono in terapia intensiva.
Ogni ricovero in quel reparto costa circa 1.500 euro al giorno per una media di 17 giorni di degenza: un costo molto elevato che adesso la regione vorrebbe addebitare a chi, per scelta, non si vaccina.
Lo ha detto l’assessore regionale D’Amato in una intervista al Messaggero: l’ente guidato da Zingaretti sta cercando un modo. “Lo faremo – dice perentorio il numero uno della sanità regionale – è ora di mettere un punto”.
Nel Lazio il numero dei vaccinati è molto alto, di gran lunga superiore alla media nazionale, ma c’è ancora chi resiste e non vuole saperne: la maggior parte di loro ha dai 50 anni in su, proprio la fascia di età che ha più probabilità di finire in terapia intensiva in caso di positività. Nel Lazio attualmente ci sono 70 persone ricoverate in rianimazione e l’età media supera i 45 anni. “La libertà di tutti non deve essere messa a rischio da posizioni ideologiche di pochi”, ha detto D’Amato al Messaggero, aggiungendo: “ci sono dei modelli a cui, ad esempio, facciamo riferimento. Sono quelli della Lombardia dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di memorandum su quanto fosse costata la sua degenza all’ente regionale”. La Lombardia però non chiedeva soldi, il Lazio invece, con i no vax, vuole andare oltre. Anche perché, puntualmente queste persone, che si dicono convinte della loro scelta, nel momento in cui si ricoverano si rendono conto del dramma e del pericolo che stanno correndo e si pentono di non essersi vaccinati.
Intanto però ci sono oltre 250mila persone nella fascia 50-79 che non ha ancora prenotato la propria dose.