Manco fosse morta la regina! E’ questa la frase che più di tutte rimbalza da lunedì pomeriggio su ogni sito internet. Sono le parole pronunciate dalla mamma dei fratelli Bianchi, in carcere per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Frasi che sono emerse dalle intercettazioni telefoniche in carcere dei due che solo qualche giorno fa erano rimbalzati sulle cronache nazionali per le vessazioni riferite e subite a loro dire in carcere.
Oggi è stato il quotidiano La Repubblica a rendere noto il colloquio tra la madre e i figli in cui la donna si lascia andare allo sfogo: “Ho due figli innocenti, puri, la gente, la cattiveria, quello che hanno potuto scrivere, figlio mio. Lo schifo. Lo hanno messo in prima pagina, manco fosse morta la regina!”.
Ed anche la fidanzata di Gabriele Bianchi, presente anche lei al colloquio si accoda alla posizione della suocera rimarcando come quello che il compagna ha subito e sta subendo “È una cosa proprio esagerata!” dice. La ragazza del presunto omicida all’epoca delle intercettazioni aspettava un bambino e in carcere si discuteva sul nome da dare al nascituro. Il futuro papà dal carcere ha chiesto che il figlio si chiamasse Aureliano, in onore del gangster protagonista di Suburra. La futura mamma non era convinta di quel nome e di quel significato e proponeva Leonardo. Un nome che Gabriele Bianchi ha liquidato in modo lapidario “Non chiamate mio figlio come un salame, mi incazzo come una bestia, eh!”.
La mamma e la compagna a quanto emerge dalle intercettazioni non sono le uniche donne che continuano a sostenere e a compiacersi del ragazzo. Nei colloqui la giovane ha anche palesato gelosia nei confronti del compagno che avrebbe diverse ammiratrice che gli scrivono in carcere a Rebibbia.
Parole, fatti, palesati dalle intercettazioni rese note qualche ora fa che hanno suscitato indignazione da più parti. Lo stesso Domenico Alfieri sindaco di Paliano, dove abitava il 21enne, nel pomeriggio in un post social ha evidenziato come non bisogna perdere di vista quanto è successo il 6 settembre 2020 in pieno centro a Colleferro, dove Willy è morto sotto il peso di calci e pugni subiti. Ed oggi a distanza di 12 mesi da quei fatti, è troppi – dice il sindaco – il peso mediatico che si sta concedendo ai fratelli Bianchi e alla loro famiglia. “Mi spiegate ora cosa me ne può fregare di come i Bianchi si trovino in prigione e delle lettere delle ammiratrici? Praticamente nulla.”