Le indagini sono partite dopo il tentato suicidio di una 20enne indiana che vive a Terracina. La giovane ingerì’ una grossa quantità di sostanze chimiche . Riuscì a salvarsi grazie al pronto intervento dei medici.
Con loro la ragazza ebbe il coraggio di parlare. Per la prima volta. Le sue parole ricostruirono una vicenda di violenza, abusi, ricatti, estorsioni cui era vittima da mesi per mano di due coetanei indiani, proprio come lei.
I fatti erano cominciati nel maggio del 2020 quando i due abusarono sessualmente della giovane, già promessa sposa di un connazionale. La vittima, temendo di essere ripudiata dal fidanzato, decise di non denunciare l’accaduto nella speranza di cancellare la violenza subita senza doverne affrontare ulteriori conseguenze.
Purtroppo però presto la donna dovette fare i conti con una ‘altra violenza, questa volta di natura estorsiva. Perché i due ventenni avevano ripreso la 20enne con un cellulare mentre veniva abusata e , forti di quelle immagini, iniziarono a minacciarla. Se avesse parlato, loro avrebbero fatto vedere ad altri quelle immagini.
Dopo settimane di tensione , è arrivato l’estremo gesto. Stanca di vivere nella costante pressione psicologica ed emotiva la ragazza pensò che l’unica strada potesse essere quella di sparire per sempre.
Ma da quel racconto dimesso ai medici dell’ospedale dove arrivò dopo il tentato suicidio, sono scaturite le indagini del commissariato di Terracina che oggi si sono cl concluse con l’arresto a carico dei due indiani che nel frattempo avevano cercato di tutelasi, facendo sparire il cellulare della ragazza e denunciando lo smarrimento dei propri. Nel tentativo di cancellare almeno una parte della crudeltà inferta. Non ci sono riusciti però. Perché gli agenti hanno messo insieme ogni tassello del puzzle e ne è venuta fuori una storia fatta di abusi sessuali, violenze fisiche e psicologiche registrate per poi ricattare, minacce, estorsioni reali e tentate.
Di tutto questo devono rispondere i due arrestati in mattinata su provvedimento emesso dal tribunale di Latina firmato dal gip Mario La Rosa che, ravvisando la gravità dei fatti ed il profilo spregiudicato degli indagati, ha emesso le Misure cautelari eseguite dagli agenti della Questura di Latina
Uno degli arrestati è stato rintracciato in Veneto, dove si era rifugiato nel tentativo di far perdere le proprie tracce, mentre l’altro è stato individuato nel comune di Fondi.