Anche l’ultimo senatore saluta. L’arrivederci di Mirko Gori al Frosinone era nell’aria, ora è arrivata anche l’ufficialità.
Come annunciato da giorni il centrocampista di Tecchiena di Alatri va all’Alessandria. La formula è quella del prestito fino a giugno con diritto di riscatto.
Raggiunge una vecchia conoscenza. Quel Moreno Longo con cui ottenne la seconda promozione in serie A: era l’anno del signore 2018.
Quest’anno per lui, invece, solo briciole: appena 4 presenze, tra campionato e coppa con un gol proprio nella competizione tricolore contro il Venezia.
In prima squadra dal 2012-13 Gori, cresciuto con la truppa di Roberto Stellone, lascia il Frosinone dopo 232 presenze totali e sei reti.
Storica quella a Lecce il primo giugno2014. Era la gara di andata della finale play off di LegaPro. Il suo fu un gol fondamentale che diede il là all’apoteosi che sarebbe arrivata sei giorni dopo al Matusa.
Emblema della famosa tigna ciociara per il suo modo generoso di giocare, Gori ha rappresentato e rappresenta l’orgoglio dei tifosi giallazzurri.
Instancabile in mediana, si è adattato anche a fare il centrale di difesa. Al Frosinone ha dato tanto e dal Frosinone ha ricevuto tanto.
È stata una bellissima storia in un periodo d’oro per il calcio ciociaro. Tra le immagini simbolo in maglia canarina il suo urlo al rigore sbagliato di Balotelli a San Siro. Era il primo maggio 2016. Quella gara fini 3-3.
Ricordi nitidi, indelebili, di stagioni fantastiche con un ciociaro protagonista. Mirko Gori.
Ma ora, come spesso accade nella vita, è tempo di voltare pagina: ed allora in bocca al lupo Cobra, e arrivederci.