Nove agricoltori ciociari su dieci rinunceranno a seminare colture a rischio cinghiali considerando anche il contesto economico. Lo dice Confagricoltura Frosinone.
Con gli aumenti attuali di sementi, concimi e gasolio oggi si spendono circa 2000 euro ad ettaro nel caso del mais, 1000 euro per il grano.
Gli indennizzi previsti dalla Giunta Regionale per i danni da fauna selvatica – osserva ancora Confagricoltura – sono del tutto insufficienti e farraginosi.
«Basti pensare – dice il vicepresidente Fabio Corsi – che in questi giorni si stanno liquidando le domande pervenute nel 2019 con uno stanziamento che copre solo il 33 % del danno accertato. Ma il danno accertato non è certo quello reale».
Confagricoltura riceve sempre più spesso segnalazioni di danni oltre che alle colture anche ai magazzini, canali strutture, recinzioni e abitazioni.
Per l’associazione il sistema degli indennizzi oltre ad essere insufficiente priva di dignità gli imprenditori agricoli che secondo la ratio normativa dovrebbero coltivare con cura e dedizione i fondi per poi lasciarli in balia dei cinghiali che – ormai – nel centro sud Italia sono fuori controllo.
Secondo l’ISPRA il numero di questi animali è raddoppiato da 500 mila nel 2010 a 1 milione nel 2020, se fino a qualche anno fa vivevano in perfetto equilibrio all’interno delle aree boschive adesso anche a causa degli incroci con razze più prolifere provenienti dal nord Europa hanno raggiunto numeri incredibili e dimorano ormai indisturbate anche le città, ma è in campagna che mietono danni distruggendo ogni coltura agricola, dalle foraggere ai vigneti ma preferiscono cereali e mais.
Confagricoltura chiede, pertanto, che le istituzioni tutelino seriamente la produzione primaria.