Tutte le speranze sono concentrate sull’incontro di mercoledì, quello tra i sindacati e l’amministratore giudiziario della AeA che gestisce il depuratore di proprietà del cosilam dopo l’inchiesta della procura sul suo corretto funzionamento. Lì potrebbero arrivare delle risposte agli interrogativi che sono stati sollevati dai sindacati. Lunedì mattina l’assemblea davanti ai cancelli delle Reno de medici, con l’impianto ancora fermo: si doveva tornare in fabbrica, ma l’autorizzazione per l’azienda a usare di nuovo il depuratore non ammetteva deroghe. Senza di esse però la Reno non può di fatto ricominciare a produrre. Da qui la necessità di continuare con la cassa integrazione.
La reno, dal canto suo sottolinea come la decisione di prolungare la chiusura sia stata in qualche inevitabile: in una nota parla di parametri fissati in modo unilaterale, senza concedere all’azienda neanche un periodo di transizione durante il quale poter verificare l’effettiva validità delle misure messe in atto. La società spiega infatti di aver già fatto importanti investimenti per risolvere il problema ed altri sono già stati definiti ed approvati. Ma serve tempo per monitorare la loro effettiva efficacia degli stessi. Tutte questioni che avevano già spiegato venerdì ai sindacati.
Intanto il commissario Barillaro fa sapere di aver incontrato, insieme al presidente del consorzio unico De Angelis, il vicepresidente della Regione Leodori: i soldi necessari agli interventi sui depuratori, otto milioni e duecento mila euro, ci sono. Saranno messi a disposizione dalla regione per unificare gli impianti di Villa Santa Lucia, per ristrutturare quelli di Ceccano e Aquino e l’acquedotto di Anagni.
Entro il mese di ottobre i tecnici della società e quelli del Consorzio Industriale del Lazio, presenteranno i progetti esecutivi delle opere alla Regione Lazio.
Diverso il discorso per gli interventi che devono eseguire le aziende: su questo novità potrebbero arrivare mercoledì.