Per il gioco d’azzardo è record di spesa nel sud pontino. Quasi 3 mila euro a persona nel 2021, 2919 euro per l’esattezza.
Un dato di molto superiore alla media nazionale che si attesta a 1.883 euro, nonostante il reddito pro-capite medio (16.300 euro nel 2020) sia nettamente inferiore in confronto a quello nazionale (19.800 euro nel 2020).
A livello regionale, invece, nel 2021 sono stati scommessi nel Lazio circa 11,6 miliardi di euro (in media 2.019 a persona), con profitti per l’industria del settore per circa 840 milioni di euro.
Partendo da questi dati anche la Caritas di Gaeta lancia un appello ai 17 comuni ricadenti nell’Arcidiocesi.
Si parte da un concetto: l’azzardo, oltre a nuocere gravemente all’economia distorcendo il corretto uso delle risorse, rappresenta un’attività su cui le mafie laziali, negli ultimi decenni hanno costruito potere e patrimoni ingenti, inserendosi negli stessi canali legalizzati di distribuzione dei giochi.
Nell’appello lanciato dalla Caritas di Gaeta si richiede la riduzione delle fasce orarie di apertura delle sale gioco ridotte rispetto a quelle previste dalla Regione, l’interdizione dal gioco ai soggetti in stato di manifesta ubriachezza e la separazione netta tra lo spazio dedicato agli apparecchi da gioco e gli altri ambienti degli esercizi.
Si attendono dunque – scrive ancora la Caritas – risposte certe ed efficaci da parte degli amministratori locali per frenare questo dramma sociale cresciuto esponenzialmente.
La Chiesa di Gaeta, intanto, si è già mobilitata per ascoltare il grido disperato delle tante persone incappatie in quello che la stessa Arcidiocesi di Gaeta definisce il “cancro del XXI secolo”.