“Sì alla salvaguardia ambientale, ma facciamo lavorare chi rispetta le regole”. Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone, torna a chiedere attenzione sul sistema produttivo del nord della Provincia di Frosinone, quello legato al bacino del Fiume Sacco. In una nota la presidente sottolinea come sia apprezzabile la nuova presa d’atto tra i banchi del parlamento, sullo stato di salute del corso d’acqua, ma spera che questo possa rappresentare anche una spinta per il rilancio del sistema industriale.
Sì, perché l’associazione degli industriali, ha da sempre portato avanti l’adozione di modelli orientati alla salvaguardia ambientale, con l’obiettivo di spingere le aziende ad adottarli sempre di più. Questo però, per la Diurni, deve fare il paio con un contro impegno. “Auspichiamo – spiega la presidente – che una pari attenzione sia dedicata all’importanza di adeguate infrastrutture di servizio, ma anche ad una semplificazione normativa e ad una trasparenza dei procedimenti ambientali”. In pratica: come facciamo a tutelare l’ambiente se non ce ne sono gli strumenti?
Un esempio: da oltre 30 anni il depuratore ad Anagni non è attivo. Chi si è insediato in quell’area, certo che il depuratore sarebbe arrivato, ha dovuto provvedere da sé. “A questo – afferma ancora la Diurni – si aggiungono ora incertezze sulla titolarità e l’adeguatezza del sistema fognario di quella zona”. Tutto ciò rischia di mettere in discussione le procedure autorizzative e quindi la presenza e le attività delle aziende interessate. “Questioni che – conclude la Diurni – se non si risolveranno quanto prima, rischiano di depauperare sempre più il patrimonio produttivo, che a nostro avviso, andrebbe tutelato e valorizzato”.