Nel Lazio la pubblica amministrazione paga i propri fornitori con 27 giorni di anticipo rispetto alle scadenze. Ed è tra le migliori in Italia. Lo dice l’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre che ha elaborato i dati presentati dall’Eurostat sul 2022.
Cosa emerge? A livello nazionale la situazione è critica: il debito della pubblica amministrazione nei confronti delle piccole e medie imprese ha toccato i 49.6 miliardi: in rapporto al Pil i mancati pagamenti in Italia ammontano al 2,6%. L’incidenza più alta in Europa.
C’è un dato: solo tre ministeri nel 2002 hanno pagato in anticipo rispetto alle scadenze: il Mef, l’Agricoltura e gli Esteri. Gli altri sono tutti in ritardo.
Scendendo nello specifico l’indice di tempestività nei pagamenti ci dice che nel Lazio, Viterbo è il comune capoluogo che paga più in ritardo: con una media di + 16 giorni.
Poi c’è Frosinone: qui bisogna attendere 10 giorni circa. A Roma – dice l’analisi di Cgia – più o meno le fatture vengono liquidate in tempo: il ritardo è davvero lieve: 0,6 giorni ponderati. La migliore è Latina dove si paga con 5 giorni di anticipo. Non ci sono i dati di Rieti.
La città dove si paga più lentamente è Napoli con ben 206 giorni di attesa, quasi sei mesi. Sempre alivello di capoluoghi di provincia male molte aree del centro sud. Da Cosenza ad Andria.
Il capoluogo più tempestivo è Cremona dove i pagamenti ai fornitori da parte della pubblica amministrazione avviene mediamente con 22 giorni di anticipo.
A Livello regionale quella più indietro è l’Abruzzo: occorrono più di due mesi, 74 giorni, per la precisione, per liquidare le fatture. Male anche Molise e Piemonte.
La regione più celere è la Sardegna, seguita da Liguria e, appunto, Lazio. Per quanto riguarda le Asl, in ritardo molte realtà del centro sud. Quella di Crotone, nel 2022, ha liquidato le fatture con 112 giorni di ritardo, Reggio Calabria con 56. Nella Nostra Regione la Asl più celere è quella di Roma 2 che ha pagato i propri fornitori con 22 giorni di anticipo rispetto alle scadenze. C’è un altro dato evidenziato dalla Cgia di Mestre. Le pubbliche amministrazioni tendono a pagare le fatture importanti ma non quelle con importi minori.
Fonte Foto: Cgia Mestre