Il tribunale del Riesame di Perugia, su ricorso delle difese, ha concesso gli arresti domiciliari al giudice di Latina Giorgia Castriota e a Silvano Ferraro, collaboratore nell’ambito di procedure di amministrazione giudiziaria. I due erano finiti in carcere insieme un’altra collaboratrice lo scorso 20 aprile accusati a vario titolo di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Le indagini erano nate dalla denuncia presentata dal rappresentante legale pro tempore di diverse società, tutte riconducibili allo stesso gruppo operante nel settore della logistica, sequestrate nell’ambito di un procedimento incardinato per reati tributari alla procura di Latina. A difendere Castriota sono gli avvocati Giuseppe Valentino e Paolo Zeppieri mentre Ferraro è assistito dai penalisti Gianluca Tognozzi e Leone Zeppieri.
Per il gip di Perugia Natalia Giubilei che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta della procura, si tratta di ”un gruppo ben strutturato, composto principalmente dalla coppia Castriota-Ferraro, che si è mosso al fine di conferire incarichi al secondo o, comunque, ad amici compiacenti disposti a nominarlo, al fine di percepire compensi, se effettivamente legittimi e dovuti per la totalità è da verificare, in procedure capienti nelle quali ‘c’è una marea di sordi’ da spartirsi”.