La neve quest’anno si è fatta desiderare, ne è arrivata davvero molto poca e si è sciolta in fretta per via delle temperature più alte della media stagionale. Il comparto sciistico, inevitabilmente, sta subendo pesanti ripercussioni. La questione è stata al centro di una riunione che si è tenuta in regione, presso l’assessorato al lavoro. Il problema infatti riguarda proprio l’occupazione a rischio: «La mancanza di neve, le temperature elevate e gli eventi estremi stanno lasciando nella più totale precarietà i gestori degli impianti e con essi l’intera filiera dello sci, comprese le attività legate alle scuole di sci, con 220 maestri che non stanno lavorando perché le condizioni climatiche non lo permettono.
“Una situazione emergenziale che va affrontata con rigore e determinazione”, queste le parole dell’assessore Giuseppe Schiboni.
Il tema è stato affrontato nel corso dell’incontro che si è svolto in assessorato alla presenza del Collegio regionale dei Maestri di sci. Le 4 montagne del Lazio dove sono presenti impianti di risalita per lo sci alpino sono il Terminillo (RI), Monte Livata a Subiaco (RM), Campo Staffi a Filettino (FR) e Campocatino a Guarcino (FR). La loro inattività si traduce in un danno non solo per gli operatori ma anche per l’indotto nonché in una perdita di professionalità.
“L’obiettivo – ha detto ancora l’assessore – è mettere in campo tutti gli strumenti necessari per sostenere un comparto che rappresenta un traino importante sotto il profilo turistico ed economico del Lazio. L’impegno assunto è quello di valutare gli strumenti più efficaci da utilizzare affinché questo patrimonio di competenze e professionalità non vada disperso.