A Latina si perde il 67,7 per cento dell’acqua che viene immessa in rete. A Frosinone il 55,1 per cerno. Sono i dati forniti dalla Cgia di Mestre, relativi al 2022.
I numeri dicono che in tutta Italia ogni 100 litri di acqua immessa nelle reti idriche per gli usi civili, ne arrivano all’utente poco meno di 58. Gli altri 42 si perdono, per un valore pari 157 litri per abitante. Perdite dovute a rotture, all’età avanzata degli impianti, agli usi non autorizzati.
Quello pontino è il quarto comune italiano con più dispersione. Frosinone è al 20esimo posto assoluto.
Anche in questa analisi della Cgia c’è una netta differenza tra Nord e Sud Italia. Anche se non tutto il Mezzogiorno versa in condizioni disastrate. Il comune più sprecone è quello di Potenza con il 71 per cento di dispersione. Male anche Chieti e L’Aquila.
Tornando al Lazio a Rieti si perde il 46, 6 per cento di acqua, a Viterbo il 40, 6. Roma è la città del nostro territorio con meno dispersione, il 27,9 per cento. Il comune più virtuoso in Italia è quello di Como con appena il 9, 2 per cento di dispersione idrica. Bene anche Pavia e Monza.
A livello regionale spetta proprio alla Basilicata la maglia nera con il 65, 5 per cento di perdite. Seguono A-bruzzo e Molise. Il Lazio è al nono posto. Si perde il 46, 2 per cento di acqua immessa in rete. La media na-zionale è del 42, 4.
I consumi idrici totali in Italia – analizza la Cgia – ammontano a 40 miliardi di metri cubi all’anno. Di questi, il 41 per cento è in capo all’agricoltura, il 24 per cento viene impiegato per usi civili, il 20 per cento per l’industria, il 15 per cento per produrre l’energia elettrica. Purtroppo, siamo il Paese più “idroesigente”d’Europa; seguono a distanza la Spagna (poco più di 30 miliardi di metri cubi) e la Francia (quasi 27 miliardi di metri cubi).