GROTTAFERRA – 31 GEN – Colpevole anche nel terzo ed ultimo grado di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per uno degli operatori di quella che fu ribattezzata la “clinica degli orrori” di Grottaferrata: l’uomo, oggi 60enne, era accusato, in particolare, di maltrattamenti su un giovane paziente del cassinate, ospite della struttura di riabilitazione neuropsichiatrica.
L’operatore è stato condannato in via definitiva a quattro anni e sei mesi, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e il risarcimento dei danni in favore del giovane paziente cassinate, assistito dagli avvocati Alessandra e Sandro Salera.
La vicenda della clinica degli orrori esplose nel 2016: era l’8 febbraio. I carabinieri del Nas eseguirono dieci ordinanze di custodia cautelare, una in carcere, proprio l’operatore condannato in via definitiva, e nove ai domiciliari.
L’accusa ipotizzava che quel centro di riabilitazione neuropsichiatrico di Grottaferrata fosse diventato una sorta di lager dove i giovani pazienti ospitati venivano vessati ed umiliati. Tra gli ospiti della struttura c’era anche il ragazzino di Cassino.
Il piccolo ed i suoi familiari, sempre assistiti dai legali Alessandra e Sandro Salera, avevano già ottenuto, nel giudizio abbreviato presso il Tribunale di Velletri, la condanna per l’operatore del centro reo di quelle condotte.
Poi era stata la Corte D’Appello di Roma a confermarla. Ora a mettere la parla fine a questa triste vicenda è arrivata anche la Corte di Cassazione.