“Le aree più interessate da infiltrazioni dei clan (oltre la capitale) sono il frusinate e la provincia di Latina, territori in cui la criminalità campana ha investito i proventi illeciti nelle più diversificate attività economiche”. Si apre così il capitolo della relazione sul primo semestre 2018 della DIA che riguarda la Regione Lazio. Una chiamata in causa per i territori delle province di Frosinone e Latina, non nuova all’interno delle carte della direzione investigativa antimafia.
Nella relazione si sottolinea come oltre al traffico di stupefacenti, i gruppi campani hanno investito negozi, sale giochi, gare d’appalti pubbliche, attività di smaltimento rifiuti, edilizia e gestione di cave. Per quanto attiene nelle specifico la provincia di Frosinone dalla DIA sottolineano la presenza preponderante di frange del clan dei casalesi, specie nel cassinate, dove però sono presenti anche gli Esposito di Sessa Aurunca, i Belforte di Marcianise ed alcuni interessi di clan Napoletani come i Mazzarella ed i Di Lauro.
Il maggior interesse in Ciociaria è quello nel settore del gioco e delle scommesse, con sale bingo, scommesse sportive e videopoker, ma è anche florida l’attività nel campo dei rifiuti. E poi gli arresti eccellenti: quello di Totonno Polverino alla periferia di Cassino un anno fa e poi a giugno a Fiuggi a carico di un pregiudicato del clan Amato-Pagano. Presenti per gli inquirenti anche i tentacoli della ‘Ndrangheta attraverso le scommesse online, con una operazione qualche tempo fa che permise di sequestrare slot modificate in cinque esercizi ciociari.
Ed in provincia di Latina? Qui per la DIA oltre alle ingerenze di ‘Ndrangheta e Camorra, con le connessioni storiche col MOF di Fondi ed il sud pontino con la famiglia Bardellino, a far paura è la criminalità autoctona. La preponderante presenza delle famiglie Ciarelli e Di Silvio e le operazioni “Alba Pontina” ed “Arpalo” ne sono la testimonianza più concreta. Gruppi criminali capaci di assoggettare ed intimidire, ma anche di operare in vari settori economici. Assai preoccupante inoltre, si legge nella relazione, la situazione nei comuni di Nettuno ed Anzio e non esente da infiltrazioni anche il territorio di Pomezia.