Ormai è allarme a tutti gli effetti. Dopo il puledro sgozzato a poche settimana dalla sua nascita, ad essere vittima nella notte tra giovedì e venerdì di un branco di lupi affamati sul territorio del parco regionale dei Monti Aurunci è stato un vitello venuto a meno al mondo soltanto da alcune ore. L’episodio, che ha confermato come l’emergenza del randagismo abbia superato ogni limite di guardia, è avvenuto all’interno di un’azienda agro zootecnica nella frazione collinare di Castellonorato a Formia, la stessa in cui agli inizi del mese era stato aggredito mortalmente un puledro di poche settimane, la cui vicenda aveva intenerito la rete per le lacrime che non era riuscito a trattenere la madre. Il titolare di questa azienda agro zootecnica, Giuseppe Minchella, di 48 anni, appartiene ad una storica famiglia, una delle ultime rimaste, che gestisce da sempre sui Monti Aurunci, tra Formia, Itri, Spigno Saturnia ed Esperia, ma anche in Abruzzo capi di bestiame. L’uomo è distrutto, rassegnato e, per certi versi, impotente a fronteggiare un fenomeno quello dei lupi che, sprovvisti di selvaggina, arrivano a lambire durante la stagione invernale le frazioni collinari di Formia di Maranola, Trivio e Castellonorato alla ricerca di qualcosa di cui alimentarsi. Minchella ha cercato di attivarsi con il neo direttore dell’emte parco regionale dei Monti Aurunci, Giorgio De Marchis, per chiedere un tavolo tecnico, con la partecipazione della Regione, per fronteggiare un fenomeno che sta mettendo in discussione di queste aziende agro zootecniche a conduzione familiare. L’obiettivo, alla luce di simili e gravi episodi avvenuti dal 2017, è quello di ottenere i dovuti risarcimenti da parte della Regione, in alternativa – dice Minchella – saremmo costretti a vendere tutto, anche quelle nuovi terreni e ricoveri con i quali tenere viva la tradizione della pastorizia sulle montagne del sud-pontino