CASSINO – 26 FEB – Per i sindacati la misura è ormai colma. La situazione nel carcere di Cassino non è più sostenibile e per questo è stato dichiarato lo stato di agitazione degli agenti di Polizia Penitenziaria. Per i sindacati tutto quello che sta accadendo è diretta conseguenza dell’insufficiente organinco, di circa 50 unità, che soffre del mancato turn over rispetto al personale andato in pensione nel corso degli anni. Il tutto condito dal sovraffollamento di circa 100 detenuti che si registra nel penitenziario di Via Sferracavalli.
I sindacati, autonomi e confederali, non esitano a definire la struttura un campo di battaglia, con decine di aggressioni che però non scoraggiano i poliziotti, che continuano a fare il possibile. “Molti dei reclusi – dicono i sindacati – hanno problemi di tossicodipendenza o psichici, fatto questo che li dovrebbe portare in strutture apposite, con personale idoneo”. Ed i poliziotti non possono sostituirsi a queste figure professionali, anche perché non ne hanno gli strumenti.
E poi a ciò si aggiungono i turni massacranti, gli straordinari sistematici e la precarietà della struttura, che in alcune sezioni necessita di lavori urgenti di ristrutturazione. Tutti motivi questi che hanno spinto Sappe, Osapp, Uil, Sinappe, Cisl, Uspp, FSA e Cgil ad indire lo stato di agitazione all’interno della Casa Circondariale di Cassino.