FROSINONE – 29 MAR – Volevo aiutarlo, ma non ci sono riuscito. E’ forse questo il cuore della deposizione in aula, presso il tribunale di Frosinone, di Gianmarco Ceccani, l’amico di Emanuele Morganti, nell’ambito del processo per l’omicidio del 20enne di Alatri. Ceccani è stato ascoltato per quattro ore, rispondendo prima alle domande del Procuratore e poi delle difese degli imputati.
Il ragazzo ha ricostruito i fatti di quella notte di due anni fa in Piazza Regina Margherita, a partire da quando i buttafuori allontanarono Emanuele dal locale, uno dei quali lo colpì secondo la deposizione; mentre altri due fermarono Ceccani per ben due volte mentre tentava di aiutare l’amico. Poi Gianmarco è passato a parlare di Franco Castagnacci, raccontando che inseguì Emanuele e successivamente lo bloccò.
Quindi poi Ceccani ha ricostruito il momento in cui lo stesso Castagnacci lo bloccò dicendogli: “Stai qui che ti fai male” e poi dopo qualche secondo un rumore fortissimo ed Emanuele che stramazza a terra. Alla domanda se avesse visto chi partecipava all’aggressione e soprattutto chi ha sferrato l’ultimo colpo Gianmarco ha risposto “Purtroppo no”, ma ha riconosciuto lì nei pressi Paolo Palmisani, Mario Castagnacci e successivamente Michel Fortuna, identificato grazie ad una foto. Apro lo scontro con le difese degli imputati, che gli hanno contestato alcune sue dichiarazioni in riferimento a quanto visto.
Di quella deposizione però, come detto, resta soprattutto il rammarico, il senso di colpa di un amico che si imputa il fatto di non essere riuscito a salvare Emanuele. Fissata intanto anche la data della sentenza al 23 luglio, con altre dieci udienze da qui alla fine. L’otto luglio ci sarà la requisitoria dei pubblici ministeri e poi la parola alle difese con due giorni dedicati.