ARCE – 29 APR – Come se l’avessero uccisa di nuovo. Ad affermarlo in mattinata è stato Guglielmo Mollicone, il padre di Serena, la 18enne di Arce, scomparsa il primo giugno del 2001 e ritrovata dopo un paio di giorni, morta, nel bosco di Fonte Cupa nella località Anitrella a Monte San Giovanni Campano.
Dal corpo della liceale mancano i genitali. Lo ha scritto nella sua relazione l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che a Milano ha effettuato la superperizia sul corpo di Serena. “Gran parte dei genitali e dell’ano è stata prelevata all’autopsia ma mai rinvenuta per ulteriori indagini”.
Per il papà “l’hanno uccisa di nuovo”. Lo sapevano i suoi avvocati, ma non glielo hanno detto subito. “Evidentemente – fa notare Guglielmo Mollicone -“non si aspettavano che sarebbe stato riesumato il suo corpo”.
Il timore di Guglielmo è che in questo modo possa essere sparita la traccia del dna di chi le ha fatto del male.
La Procura di Cassino nei giorni scorsi ha inviato l’avviso di chiusura di inchiesta per cinque indagati. Si tratta dell’intera famiglia di Franco Mottola, ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, quindi anche la moglie Annamaria e il figlio Marco. E poi del sottufficiale dei Carabinieri Vincenzo Quatrale e del carabiniere Francesco Suprano.
Si va dall’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere, a concorso in omicidio fino al favoreggiamento.