FROSINONE – 24 GIU – L’emergenza ambientale relativa all’incendio della Mecoris è rientrata, almeno secondo le centraline di rilevamento a disposizione del comune di Frosinone. A renderlo noto è stato il sindaco Ottaviani che ha sottolineato come a partire dalle 12 i dati si sono normalizzati, uscendo dal livello di allarme.
La Procura di Frosinone intanto ha aperto un’inchiesta sull’incendio dell’impianto di trattamento rifiuti di Via delle Centurie, in zona aeroporto. Una inchiesta che mira ad accertare cosa abbia provocato il rogo: se c’è la mano di qualcuno o se qualche prescrizione di sicurezza non sia stata rispettata al meglio. Per questo il magistrato titolare dell’indagine, la dottoressa Ricca, dopo aver svolto un sopralluogo, ha messo a lavoro sia polizia che carabinieri forestali.
Ma parallelamente si muove anche il lavoro dell’Arpa Lazio, che mira a capire cosa sia andato in fumo e quali siano le conseguenze per l’ambiente. I primi risultati delle analisi arriveranno nella mattinata di martedì, perché come si legge nel comunicato sono necessari dei tempi tecnici per estrarre i campioni, purificarli ed analizzarli. Intanto però l’Arpa è riuscita ad estrarre i dati delle centraline di monitoraggio dell’inquinamento ambientale, che parlano sì di incremento, ma restando nei limiti di legge. E’ evidente che in ogni caso queste centraline non sono orientate alla valutazione di eventuali situazioni accidentali come un incendio, ma incrociando questi dati con quelli forniti dal comune il quadro è abbastanza rassicurante.
Nel pomeriggio intanto si è svolto il sopralluogo del consigliere provinciale con delega all’ambiente Vincenzo Savo, che ha sottolineato come le operazioni dei Vigili del Fuoco siano completate. “Abbiamo visto una enorme quantità di rifiuti, dentro e fuori il capannone ed abbiamo constatato che il materiale bruciato è prevalentemente carta, anche se ci sono parecchie balle di vestiti”. Queste le parole di Savo.
In ogni caso resta operativa fino al 9 luglio l’ordinanza di Ottaviani relativa alla raccolta e al consumo di frutta e ortaggi, dell’attingimento idrico in pozzi non protetti ed il divieto di pascolo nel raggio di due chilometri dalla zona del rogo. Le attività pubbliche e private potranno riprendere, ma nel caso in cui si verifichino ulteriori problematiche bisogna comunicarlo alle autorità sanitarie. Nonostante le rassicurazioni però la preoccupazione resta ed i cittadini, specie sui social, nutrono dubbi sulla natura dei materiali andati in fumo. Dubbi che, con buona pace di ogni opinione, potranno essere sciolti solo dall’esito delle analisi dell’Arpa.