FROSINONE – 26 GIU – Sono arrivati i nuovi dati relativi all’incendio della Mecoris di Frosinone, numeri confortanti che dimostrano come gli inquinanti più pericolosi scendano rispetto al primo campionamento di lunedì, nonostante il rogo e le operazioni di smassamento e raffreddamento che continuano nel magazzino. E bene, se lunedì la concentrazione di diossina era pari a 0,26 picogrammi per metro cubo – sotto la soglia di 0,3 – martedì il dato è sceso a 0,16. Calo anche per il benzopirene, che da 1,3 scende a 0,24, così come il Pcb che da 268 cala a 143.
Migliora anche la qualità dell’aria con le concentrazioni di PM10 sotto i 20 microgrammi per metro cubo, ricordando che la soglia è di 50 e che gli sforamenti a Frosinone sono all’ordine del giorno. E proprio per quel che riguarda le Pm10, l’Arpa ci ha tenuto a sottolineare quali siano i metodi di analisi, precisando le voci che continuano a mettere in dubbio il lavoro dell’agenzia regionale a seguito dell’incendio.
Innanzitutto il metodo: quello utilizzato dall’Arpa è quello che viene usato in tutta Italia seguendo le direttive europee, che riconoscono come utili dal punto di vista scientifico solo le rilevazioni medie sulle 24 ore, non quelle istantanee. Una risposta indiretta al comune che attraverso le sue centraline ha sottolineato i picchi registrati in certe ore, ma dall’Arpa sottolineano che quei numeri non possono essere confrontati, in quanto il valore limite di 50 è spalmato sulle 24 ore e non c’è un corrispettivo istantaneo.
La stoccata l’agenzia regionale la dà in coda sottolineando come a Frosinone ci siano stati 44 sforamenti dall’inizio dell’anno, con giorni in cui la media giornaliera ha superato i 220 microgrammi e se in quei giorni ci si fosse concentrati sui picchi, questi sarebbero stati nettamente più alti. Sul fatto è intervenuta anche Legambiente Lazio: “L’incendio nell’impianto industriale è l’ennesimo episodio di eventi che rappresentano chiaramente quanto sia necessario un nuovo circuito industriale virtuoso per l’economia circolare. – Dice il presidente Scacchi che continua – Se in questo impianto si trattavano più rifiuti del consentito e in maniera illecita, saranno le autorità a stabilirlo e a loro tutto il nostro sostegno, le conseguenze ambientali di questo e di tutti gli altri incendi di impianti, ricadono sulla salute collettiva”.