LATINA – 17 OTT – Un vero e proprio sistema con lo scopo di evadere le accise sui carburanti impiegati per alimentare veicoli industriali. Lo ipotizzano Polizia di Stato, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Guardia di Finanza, che hanno fatto scattare 10 arresti, 6 in carcere e 4 ai domiciliari. Le misure sono state eseguite tra Roma, Latina e Salerno. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Trento
A capo del sistema – ipotizzano gli inquirenti – un imprenditore residente a Latina, amministratore di una ditta pontina specializzata nella vendita e distribuzione di carburanti. Secondo le accuse l’uomo, originario di Catanzaro, aveva organizzato una vera e propria filiera del contrabbando di carburanti.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati due depositi, situati proprio a Latina, dove – dicono gli inquirenti -veniva stoccato il carburante. L’indagine è partita in seguito ad un controllo di un semirimorchio polacco, trasportante cisterne vuote.
Andando a ritroso gli inquirenti hanno ipotizzato l’esistenza di un complesso sistema fraudolento, in grado di trasferire in Italia dalla Polonia combustibile (diesel), eludendo il pagamento delle accise, attestando falsamente sulla documentazione di trasporto che non si trattasse di carburante per autotrazione ma di lubrificante diretto a Malta, e quindi non sottoposto al pagamento dell’imposta di consumo dello Stato Italiano. Una volta giunto in Italia, però,il carburante veniva trasportato in un deposito temporaneo a Latina presso una società riconducibile ad uno degli indagati. Successivamente arrivava verso la destinazione finale per essere commercializzato.
È stato stimato nel corso delle indagini, durate circa 8 mesi dal mese di settembre 2018 fino a maggio 2019, che il mancato guadagno per l’erario sia stato di circa 1 milione di euro. Insieme all’imprenditore è stato arrestato anche un uomo di origine calabrese ma da molto tempo dimorante a Latina, incaricato di custodire nel deposito temporaneo il combustibile in attesa di essere commercializzato. L’organizzazione aveva anche delle propaggini Polonia dove si avvaleva di due intermediari polacchi per l’acquisto ed il trasporto del carburante in Italia.