I militari della Compagnia Guardia di Finanza di Formia hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal Tribunale di Cassino. E’ stato infatti disposto il sequestro di denaro, beni immobili e mobili nei confronti di una società di Minturno (LT) operante nel settore lattiero-caseario, per un ammontare complessivo pari a circa 1,2 milioni di euro, nonché l’applicazione di 2 misure cautelari di cui una in carcere e una agli arresti domiciliari nei confronti di due dei cinque indagati per i reati di riciclaggio, reimpiego, autoriciclaggio, favoreggiamento e distruzione o occultamento di scritture contabili.
Le indagini, coordinale dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino – dott. Roberto Bulgarini Nomi, sono scaturite a seguito di una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società operante a Minturno (LT).Dai primi riscontri è emersa subitola gestione fraudolenta dell’attività, a partire dalla quasi totale assenza di documentazione contabile fino al conferimento della rappresentanza a un soggetto inesistente.Le Fiamme Gialle hanno analizzato le movimentazioni ed effettuato intercettazioni telefoniche, che hanno altresì consentito di individuare gli amministratori di fatto della società, F.M. (classe ‘76) e C.P. (classe ’65), i quali avevano costituito l’impresa utilizzando beni aziendali spoliati da altra società operante nel medesimo settore e oggetto di una bancarotta fraudolenta, riconducibile ai medesimi indagati.
Le indagini hanno dimostratola continuità operativa aziendale tra le due imprese, acclarata anche dall’escussione in atti di numerosi clienti e fornitori. Gli indagati, uno dei quali è risultato essere vicino ad ambienti della criminalità organizzata di stampo camorristico, a distanza di tempo, hanno abilmente riciclato e reimpiegato il denaro provento della bancarotta nella nuova società, al fine di reimmettere nel circuito legale dell’economia gli ingenti capitali, con la compiacenza di soggetti terzi a loro contigui.Il quadro probatorio emerso ha messo in luce come, negli anni somme di denaro contante sono state riciclate sui conti correnti della società indagata, giustificandoli contabilmente quali ricavi di vendite al dettaglio, di fatto mai effettuate. Nello specifico, tali proventi venivano artificiosamente annotati sui registri dei corrispettivi per rilevanti importi giornalieri, con la motivazione “mancato funzionamento del registratore di cassa”.
L’operazione, eseguita nelle provincie di Roma, Latina e Viterbo, conferma la massima attenzione delleFiamme Gialle del Comando Provinciale di Latina alcontrasto delle forme più perniciose di crimini economici, quali il riciclaggio, che minano il corretto andamento dei mercati a discapito delle imprese che operano nella legalità.