Uno dei risvolti legati al coronavirus, tra contagi, psicosi ed allarmismi, è quello economico. Anche in Ciociaria la situazione viene costantemente monitorata, ad iniziare dallo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano per le problematiche inerenti alcuni suoi fornitori. E proprio sullo sito cassinate sono arrivate rassicurazioni dopo gli allarmi delle scorse ore: per adesso non è previsto alcuno stop alla produzione. Ma cosa è accaduto?
C’è un fornitore del gruppo, la Mta, azienda che produce componentistica per auto, che ha sede proprio a Codogno, l’epicentro del nuovo virus.
Lunedì Mta ha chiesto la riapertura parziale dello stabilimento, chiuso a seguito delle disposizioni del Ministero della Salute. Altrimenti sono a rischio – hanno fatto presente i vertici Mta – i rifornimenti negli stabilimenti Fca di Cassino, Mirafiori, Melfi e in quello Sevel di Atessa.
Le rassicurazioni, martedì, sono arrivate direttamente dal responsabile Emea di Fca, Pietro Gorlier, a margine di un evento a Pomigliano D’Arco: «Al momento – ha detto – non abbiamo interruzioni di produzione negli stabilimenti Fca in Italia, anzi riprendiamo anche la produzione in Serbia che avevamo posticipato di una settimana».
Gorlier si è detto fiducioso di riuscire ad attraversare questa emergenza «che monitoriamo e che si sta sviluppando giorno per giorno».
Gorlier ha ricordato come fino a una settimana fa «ci occupavamo soprattutto della parte cinese, ma siamo riusciti fondamentalmente a superare quella crisi mentre ora ogni giorno ci sono aggiornamenti sulla situazione italiana».
Eventuali criticità – ha concluso – si avrebbero “indubbiamente se dovesse perdurare” l’emergenza coronavirus. Per il momento. comunque, non si rischia lo stop produttivo nei vari stabilimenti, neanche a Cassino. Rassicurazioni in tal senso sono giunte anche ai sindacati.
Sempre da Pomigliano, intanto, il Ceo Emea di Fca ha confermato ancora una volta gli investimenti che dovrebbero portare nel 2022 alla piena occupazione, con il riassorbimento delle persone in cassa Integrazione.
Proprio sul fronte investimenti, Gorlier esclude la possibilità di ripensamenti alla luce dell’annunciata fusione con Psa: “Non penso sarebbe accorto farli e metterli in discussione” in un tempo così breve. “Noi stiamo portando avanti il nostro piano da 5 miliardi, siamo due aziende separate e ognuno persegue la sua strategia” ha concluso.