Acea deve fatturare alle imprese ciociare solo i costi del reale consumo dell’acqua, al netto delle voci e dei canoni fissi normalmente presenti nelle bollette per tutto il periodo di chiusura legato all’emergenza Covid 19 e per i sei mesi successivi alla ripresa. Lo propone nero sui bianco Confcommercio Lazio Sud.
La fase emergenziale che si sta vivendo – scrive il presidente Giovanni Acampora – ha prodotto gravi danni economici che influenzeranno anche la fase di riapertura e riavvio delle attività delle piccole e medie imprese.
Per questo è necessario applicare una riduzione dei costi a favore delle imprese.
Si tratterebbe – secondo Confcommercio – di una misura a supporto delle aziende per un rilancio progressivo, ma indispensabile per tutto il sistema socio-economico.
Ci saranno aziende ed esercizi commerciali che non ripartiranno, e quelli che avranno la forza di farlo – osserva Acampora – dovranno essere pienamente supportati dalle istituzioni e dagli enti di gestione delle utenze, quale Acea Ato 5, in quanto avranno incassi assolutamente insufficienti per far fronte a tutti i costi, incluse le bollette idriche.
Dunque – scrive ancora il presidente Acampora – questo è il momento di venire incontro alle esigenze della utenza imprenditoriale; è questo il momento di dimostrare senso di comunità, di responsabilità e vicinanza al territorio anche in relazione al rapporto ormai ventennale con tutta la cittadinanza. L’invito è ad una visione comune e responsabile dell’emergenza, anche nell’ottica del mancato consumo di ogni tipo di energia, e soprattutto quella idrica per gli operatori del settore.
Proprio per questo Confcommercio è pronta a programmare un tavolo comune con Acea.