“Non siamo come a marzo, i numeri sono alti ma non allarmanti”. Parole dell’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, intervistato in mattinata da Radio Unicusano Campus. “Stiamo combattendo dal 29 gennaio – ha affermato D’Amato che ha proseguito – e oggi siamo in una fase diversa rispetto al passato perché i casi che individuiamo sono asintomatici”. Casi che, attraverso un modello simile a quello attuato la scorsa primavera dal Veneto, vengono scovati attraverso una massiccia campagna di test e poi di tracciamento.
In pratica il ragionamento di D’Amato si basa su un fatto incontrovertibile: i numeri sono alti in valore assoluto, ma non allarmano perché l’incidenza di quelli positivi rispetto ai test effettuati è relativamente bassa. Poi D’Amato ha parlato di quanto si sta facendo rispetto ai rientri dalla Sardegna: “Stiamo facendo un lavoro enorme, innanzitutto al porto di Civitavecchia dove solo ieri sono stati fatti circa 3mila tamponi per i viaggiatori in arrivo”. Dalla Regione Lazio auspicavano una reciprocità diversa con la Regione Sarda, ma il lavoro che si sta svolgendo sta dando comunque i suoi risultati.
Ma perché la Sardegna è diventata l’epicentro dei contagi? L’opinione di D’Amato è chiara: “Evidentemente c’è stato un calo di attenzione sulle misure di sicurezza preventive che andavano attuate. Saranno le autorità a verificare il rispetto delle regole”. Nonostante ciò l’obiettivo resta sempre lo stesso: “A noi – conclude l’assessore – interessa tutelare la salute dei cittadini. Quello che conta è che sta piano piano calando il numero dei positivi con la diminuzione degli arrivi”.