Il padre era morto al’estero da due anni, ma lei continuava ad incassare l’assegno per l’invalidità con accompagnamento che spettava a lui. Circa 20 mila euro percepiti da una donna di 43 anni residente a Colfelice: è quello che ipotizzano al termine delle loro indagini i finanzieri della tenenza di Arce che hanno denunciato la donna per il reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Gli uomini del comandante provinciale, il colonnello Gallozzi, hanno avviato l’attività investigativa e scoperto che il papà della 43enne, titolare della pensione di invalidità con accompagno, era deceduto nel suo paese d’origine nel mese di agosto del 2018, come da certificato di morte rilasciato dall’Ambasciata . Peccato che invece all’’I.N.P.S., ente erogatore dell’assegno, non risultasse mai pervenuta alcuna comunicazione per avvisare della morte e quindi della cessazione del trattamento economico. L’assegno continuava a finire su un libretto postale cointestato al deceduto ed a sua figlia. Era lei poi, dicono ancora gli investigatori, a prelevare i contanti al postamat tramite una carta collegata al libretto stesso. Questo è emerso visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza posizionate presso lo sportello dove la donna era solita eseguire i prelievi.
Dopo gli accertamenti dei finanzieri di Arce l’Inps ha sospeso l’erogazione dell’assegno mensile ed attivato le procedure per recuperare i soldi elargiti dopo la morte dell’uomo: oltre 20.000 euro.