È un bollettino di guerra quello diffuso in queste ore dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre che rileva le vittime del covid 19 sul posto di lavoro. Un terzo di tutti gli infortuni mortali è dovuto al contagio da Covid – 19. Si tratta di 423 morti dall’inizio della pandemia sino alla fine del 2020, con 57 vittime rilevate nel solo mese di dicembre e un incremento della mortalità rispetto al mese precedente pari al 15,6%”.
Ed in questa classifica a contare il maggior numero di vittime sul lavoro per Covid è la Lombardia con il 37,63% delle denunce (159 decessi), seguita da: Campania (40 decessi), Emilia Romagna e del Piemonte (37 decessi), Lazio (28 decessi), Puglia (23 decessi).
Il 16,8% degli infortuni mortali per COVID ha coinvolto l’universo femminile. Mentre la percentuale sale a ‘quasi’ il 70% nelle rilevazioni degli infortuni non mortali per Coronavirus.
E’ il comparto socio sanitario a far registrare i numeri più alti. Rispetto agli anni precedenti, gli infortuni mortali sul lavoro non coinvolgono più solo operai, macchinisti, camionisti. Ora ci sono gli impiegati, gli addetti alla segreteria e agli Affari Generali, gli infermieri e i fisioterapisti, i medici, gli operatori socio sanitari, i portantini, i bidelli, ma anche di addetti alla pulizia di uffici, operatori di alberghi, di navi e di ristoranti.
“I numeri devono far riflettere tutti i responsabili della sicurezza nei luoghi di lavoro – ricorda Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio mestrino – Gli strumenti normativi e sanitari per la prevenzione nel nostro Paese ci sono e sono efficaci, bisogna applicarli adottando nelle aziende tutte le cautele necessarie a ridurre l’impatto e la diffusione di un virus che sta uccidendo decine di migliaia di italiani, fuori e dentro gli ambienti di lavoro”.