Truffe all’Unione Europea per intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti. Con questa ipotesi all’alba di martedì è scattata la maxi–operazione “Transumanza”, condotta da nord a sud Italia, dalla Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di L’Aquila.
Sono 75 i soggetti e gli enti coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi. Un’ indagine che ha toccato anche il Lazio.
L’ipotesi è quella di un giro di affari illecito su cui si sospetta anche la mano della “mafia foggiana”, visto il coinvolgimento di affiliati alle organizzazioni criminali del Gargano.
Le indagini sono durate 2 anni. I finanzieri ipotizzano l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia nel settore della Politica Agricola Comune.
Per truffare Bruxelles – secondo le accuse – l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone,
avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni.
Secondo gli investigatori le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società
cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.
Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro.