AMATRICE – 24 AGO – Le lancette degli orologi segnavano le 3:36 tre anni fa. Un orario scolpito, segnato nelle menti di ogni italiano e nel cuore sconquassato degli abitanti del reatino. Il 24 agosto 2016 alle 3:36 un sisma di magnitudo 6.2 della scala Richter distrusse tutto ad Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e molti piccoli paesi del circondario. Duecentotrentanove le persone che persero la vita quella notte, schiacciate da quelle case che oggi non ci sono più e che, a distanza di tre anni, restano ancora un buco nel cuore di comunità ormai inesistenti.
Quel terremoto si fece sentire, non solo con il movimento del terreno, anche nel basso Lazio. In Ciociaria e nel pontino molte persone vennero svegliate nel cuore della notte dalla scossa principale, molte altre invece partirono alla volta del reatino, perché lì avevano persone care che in molti casi non sono mai tornate. Tra questi l’allora Questore di Frosinone Santarelli, il cui figlio Marco morì schiacciato dalla struttura di una vecchia casa di Via Leopardi ad Amatrice. Il Questore partì da Frosinone accompagnato dai suoi uomini e scavò per ore, fino a trovare il corpo di suo figlio ormai senza vita.
E poi la tragedia della famiglia Tulli di Cisterna di Latina: il corpo di Ezio Tulli, assistente capo della polizia stradale di Aprilia è stato estratto senza vita dalle macerie dell’abitazione dei suoceri ad Amatrice. Con lui sono morti anche i figli di 8 e 12 anni ed il suocero. La moglie dell’agente Tulli, Giovanna Gagliardi, anche lei poliziotta in forza al Commissariato di Cisterna, è stata estratta viva. Ezio Tulli aveva 42 anni e stava trascorrendo qualche giorno di vacanza presso casa dei suoceri ad Amatrice.
A pagare il prezzo più alto la provincia di Latina: la famiglia Dell’Otto di Sezze: Giacomo, il fratello Paolo, la moglie e la figlia. La città di Latina pianse i coniugi Enzo Di Cesare ed Edda Norcini. Vittime anche originarie della provincia di Frosinone: da Gallinaro proveniva Letizia Francis, morta insieme al marito, Gianluca Pedicone e alla figlia Martina di 11 anni. Era invece originaria di Supino la donna di 35 anni che ha trovato la morte, sempre ad Amatrice, insieme al marito e alla figlia piccola di 8 anni.
Oggi, dopo tre anni il ricordo, affidato ad una veglia di preghiera ed una fiaccolata nel centro di Amatrice. La luce delle candele ha illuminato gli scheletri ancora in piedi dei palazzi, i cumoli di macerie ancora visibili. La folla ha infine raggiunto la chiesa di Sant’Agostino. Dove, scanditi dai rintocchi della campana, sono stati letti uno ad uno i nomi delle vittime.