Facevano sottoscrivere carte prepagate ad anziani incapaci di intendere e di volere dove confluivano le loro pensioni: con questa, e altre pesanti ipotesi, gli agenti del Commissariato di Anzio hanno eseguito 5 misure cautelari a carico di quattro donne e un uomo. La principale indagata è una donna molto impegnata nella lotta alla mafia: denunciò pubblicamente un possibile attentato contro un sacerdote, Don Coluccia, da parte di organizzazioni criminali.
Tutto ruotava attorno ad una struttura apparentemente destinata al Cohousing (un modello di assi-stenza in grado di differenziare l’offerta in base alle esigenze degli ospiti sostenendone l’invecchiamento attivo e la conservazione dell’autonomia): in realtà – secondo le ipotesi – si trattava di una residenza sanitaria assistenziale per anziani abusiva nella zona di Ardea.
La principale indagata, secondo le accuse, era la promotrice e l’organizzatrice di un collaudato siste-ma di spoliazione ed appropriazione del patrimonio, economico ed immobiliare, di soggetti anziani affetti da gravi patologie psico-fisiche.
Gli agenti, coordinati – dalla Procura di Velletri – hanno raccolto quelli che ritengono essere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ulteriori quattro soggetti, tra cui un medico, che hanno collaborato con l’indagata.
In un caso – grazie alla complicità del medico – secondo le accuse è stata falsamente certificata una capacità d’intendere di un ultraottancinquenne, affinchè quest’ultimo sottoscrivesse una procura speciale a vantaggio della principale indagata per un immobile di pregio ubicato ad Anzio.
Le indagini sono state avviate in seguito alla segnalazione ricevuta da alcuni conoscenti di una delle vittime, secondo cui la stessa era oggetto di condotte di circonvenzione messe in atto nell’ambito di quella struttura dove, tra l’altro, morirono anche due anziani.
Le accuse ipotizzate, a vario titolo, sono quelle di omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale. Alla principale indagata sono stati sequestrati 385 mila euro.