Una frode all’Iva da 8 milioni di euro. È quanto ipotizzato dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Sezione Operativa Territoriale di Aprilia nei confronti di una società pontina operante, con soggetti intracomunitari, nel settore della vendita di accessori di prodotti tecnologici.
Le indagini sono state effettuate con l’ausilio delle banche dati messe a disposizione dell’amministrazione finanziaria, tra le quali le indagini finanziarie, nonché con l’assistenza amministrativa di altri Paesi dell’Unione Europea.
La frode – secondo le accuse – è stata messa in atto dalla società in questione tra il 2020 e i primi mesi del 2021
Nell’ambito della stessa verifica i funzionari doganali sospettano che lo stesso operatore avesse messo in atto anche una attività di contrabbando, degli stessi prodotti di provenienza extracomunitaria, per un valore pari a circa 500mila euro, che non sono stati dichiarati in dogana per le formalità previste e per il pagamento dei diritti doganali.
Stando alle ipotesi dei funzionari dell’Agenzia il metodo messo utilizzato era quello tipico delle società cartiere, fittiziamente amministrate da meri prestanome. Di questa operazione è stata informata la Procura di Latina.