“Gli esiti dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio la commissione in concorso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata”. E’ questa una parte delle motivazioni, lunghe oltre 200 pagine, in cui si spiegano le assoluzioni della famiglia Mottola in merito all’omicidio di Serena Mollicone.
A fronte delle carenze probatorie “nei confronti dei singoli imputati, si deve evidenziare come dall’istruttoria dibattimentale siano emersi consistenti e gravi elementi indiziari dai quali si deve necessariamente desumere l’implicazione nella commissione del delitto in esame di soggetti terzi, che sono rimasti ignoti”.
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