Sono più di 10mila le domande provenienti dal Basso Lazio per la cassa integrazione in deroga. Una cifra che è destinata ancora crescere nei prossimi giorni.
E’ quanto emerge dallo studio dei dati, da parte della Uil di Latina e di Frosinone, sull’ammortizzatore sociale previsto dal decreto Cura Italia per i lavoratori e lavoratrici delle aziende considerate non essenziali e che per questo hanno sospeso l’attività produttiva a causa dall’emergenza Covid 19.
Le Province di Frosinone e di Latina – dicono i segretari Luigi Garullo e Anita Tarquini – contribuiscono per il 17 per cento al totale delle domande di cassa integrazione in deroga provenienti da tutto il Lazio. Dopo Roma e la sua provincia, che assorbe da sola quasi il 76 per cento delle richieste, i territori di Latina e Frosinone distanziano l’area nord del Lazio, che tra Rieti e Viterbo totalizza il 7 per cento delle istanze regionali.
In termini assoluti nel territorio pontino sono più di 5800 le richieste per questo ammortizzatore sociale, il 9,3 per cento del totale. Mentre in Ciociaria il numero supera le 4600 unità, con una percentuale pari al 7,4”. Nell’intera Regione emerge che a far ricorso a questo ammortizzatore sociale – sottolinea la Uil – sono soprattutto le imprese con meno di cinque dipendenti (93 per cento dei casi): solo una minima parte, invece, quelle che hanno da sei a dieci lavoratori. E poi ancora: dai 26 ai 35 e dai 36 ai 45 anni le fasce di età più coinvolte. Le attività di alloggio e ristorazione, il commercio all’ingrosso, quello al dettaglio e le officine di riparazioni auto e moto i settori più interessati.
In questa fase di lockdown il sindacato si sta impegnando affinché tutte le domande di cassa integrazione concludano rapidamente il loro iter in modo che i lavoratori coinvolti possano beneficiare al più presto del sostegno al reddito previsto dalle leggi”.
“Purtroppo – commenta il segretario Garullo – soprattutto per quanto riguarda l’INPS di Latina, sotto l’aspetto della lavorazione delle pratiche e conseguentemente dei pagamenti, si scontano maggiori problemi dovuti ai contagi Covid 19 che hanno interessato la sede del capoluogo. Ora – conclude lo stesso Garullo – è necessario che l’INPS di Latina si riorganizzi al meglio, immediatamente, per dare quelle risposte che lavoratori e imprese si aspettano.