Quanto vanno ad incidere nelle nostre tasche le tasse imposte sui beni che possediamo? Tanto , tantissimo, troppo. E la risposta della Cgia di Mestre non lascia spazio ad interpretazioni.
Parliamo di tasi, bollo, canone rai, diritti catastali, imposta sulle transazioni finanziarie, quella sulle successioni e cosi via che vanno ad incidere sul potere di acquisto delle famiglie, grava anche da un altro aspetto, quella che la cgia definisce patrimoniale “indotta” dall’inflazione. Che cosa significa? Che negli ultimi due anni l’inflazione, cioè l’aumento forte e repentino dei prezzi, si è abbattuta sui conti correnti degli italiani con la forza di una patrimoniale. Andando anche in questo caso a minare sul potere di acquisto delle famiglie. In che misura? E’ il Trentino Alto Adige a livello regionale a patire più delle altre perdendo in due anni (2022/2023) 9.220 euro a famiglia. 5982 euro è la perdita per ogni famiglia in 24 mesi, nel Lazio. Di poco sotto la media nazionale che si attesta a 6257 euro. Sia a livello regionale che provinciale, le perdite sono maggiormente concentrate laddove il potere di acquisto è maggiore quindi al nord.
A livello provinciale a cedere più terreno è Bolzano con oltre 10 mila euro a famiglia in due anni. Roma è a me-tà della classifica stilata dalla Cgia con una perdita di 6300 euro circa a nucleo.
5422 euro cedute in due anni per ogni famiglia ciociara. 4686 euro è la perdita invece stimata per ciascuna famiglia residente in provincia di Latina.
La strada che traccia la Cgia è chiara: innanzitutto no a una nuova patrimoniale (come era in discussione nel mondo accademico nelle ultime settimane da applicare agli immobili o alla ricchezza finanziaria degli italiani)
Sì invece alla riduzione del deficit, del debito pubblico. così come una seria lotta all’evasione fiscale, e non da meno un efficientamento della nostra macchina pubblica.