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Basso Lazio – Test anti covid abusivi e prezzi gonfiati: blitz e denunce dei Nas

Un laboratorio su quattro ispezionato dai carabinieri del Nas non è risultato in regola nelle attività di prelievo ed analisi per la ricerca del covid 19. Una intesa tra ministero della salute e carabinieri del nucleo antisofisticazioni che ha l’obiettivo di accertare che ognuno faccia la propria parte per contenere il diffondersi dell’epidemia. Anche chi è deputato alla ricerca e alla diagnosi di nuove positività. Per questo sono stati 285 i centri diagnostici e laboratori analisi privati e convenzionati con il SSN, ispezionati nelle ultime ore in tutta Italia. Di questi 20 nel basso Lazio, 13 nel pontino e 7 in ciociaria. Diverse le irregolarità riscontrate.
Ad Aprilia sono stati denunciati il legale responsabile ed il direttore sanitario di un laboratorio di analisi perchè ritenuti responsabili di aver attestato falsamente all’Autorità Sanitaria il possesso di requisiti strutturali ed organizzativi per effettuare i test antigeni. Ma secondo i carabinieri il laboratorio quelle autorizzazioni non le possedeva. A Latina a finire nella rete dei militari sono stati il legale responsabile ed il direttore tecnico di un laboratorio di analisi denunciati perchè – stando alle accuse – avevano riferito alla Regione Lazio di eseguire test covid al prezzo convenzionato, così come imposto dallo stesso assessorato regionale alla salute. Ma di fatto – ritengono i militari – il prezzo che veniva richiesto ai cittadini era ben più alto.
Stesso modus operando riscontrato dai militari in altri 4 laboratori analisi per i quali sono state se-gnalate 7 persone nelle qualità di legali responsabili e direttori tecnici. Anche in questo caso il prezzo richiesto non era quello calmierato dalla regione.
Stessa anomalia riscontrata in provincia di Frosinone dove sono stati denunciati il legale responsabile ed il direttore tecnico di un laboratorio di analisi in cui effettuare test covid ad un costo diverso da quello convenzionato.
Allargando lo sguardo all’intero stivale, sono state diverse le anomalie emerse dalle ispezioni. Si va dalla man-cata o tardiva comunicazione di positività dei laboratori convenzionati alle asl territoriali di riferimento, ma an-che tanti centri che operavano senza autorizzazioni e in ambienti ritenuti improvvisati, non idonei alla esecu-zione dei test. In alcuni casi poi i militari hanno riscontrato l’assenza di tecnici di laboratorio abilitati e l’uso di reagenti e diagnostici scaduti ma comunque impiegati nell’effettuazione delle analisi.