La sua fuga è finita in Bolivia. Una fuga iniziata, di fatto, più di 37 anni fa da Frosinone. Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac, i proletari armati per il Comunismo, è stato arrestato.
Il 64enne nativo Cisterna di Latina, ma cresciuto a Sermoneta, è stato preso mentre camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra:
A fermarlo è stata una squadra speciale dell’Interpol formata anche da investigatori italiani: al momento del fermo non ha opposto resistenza. Indossava pantaloni e maglietta di colore blu, un paio di occhiali da sole e barba .
Le attenzioni dell’Interpol poco prima di Natale erano state incentrate intorno a Santa Cruz. Cesare Battisti si era reso irreperibile dopo l’ordine di arresto emesso dal giudice del Tribunale Supremo brasiliano e dopo il decreto di estradizione firmato dal presidente carioca uscente Michel Temer, prima dell’insediamento di Jair Bolsonaro.
Il rientro di Battisti in Italia è atteso a breve. Non dovrebbero esserci sorprese.
Cesare Battisti, di fatto, era in fuga dal 4 ottobre 1981: con un’azione rocambolesca evase dall’istituto penitenziario del capoluogo ciociaro: li avrebbe dovuto scontare una condanna a 12 anni: dopo la fuga trovò riparo in Francia, poi in Messico, poi di nuovo in Francia.
Si dedicò anche alla scrittura di romazi noir. Poi il Brasile. Arrestato nel 2007 e poi scarcerato nel 2011, ottenne anche lo status di rifugiato politico dal paese carioca, poi revocato: non fu mai concessa l’estradizione all’Italia. Cesare Battisti era stato condannato all’ergastolo in contumacia per 4 omicidi tra il 1978 ed il 1979. Due compiuti materialmente e due in concorso con altri.
Lui aveva sempre negato di aver ucciso.Dopo l’arresto delle scorse ore non sono tardati ad arrivare i commenti: per il premier Giuseppe Conte sono stati premiati gli sforzi corali dei Servizi di intelligence. L’obiettivo è di riportalo subito in Italia
Il Ministro Matteo Salvini, postando sui social una foto di Battisti sovrastata dalla scritta “la pacchia è finita”, ha detto che Battisti “è un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia ma di finire i suoi giorni in galera”.
Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dai Pac in una sparatoria in cui lui stesso rimase ferito e perse l’uso delle gambe ha detto; “È fatta. Credo sia la volta buona”.
Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, si è rivolto proprio ai familiari delle sue vittime: Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna. A loro posso dire che, finalmente, giustizia è fatta.
“Ma a parlare sono stati anche i aprenti di Battisti. All’Adnkronos il nipote Antonio ha annunciato che qualcuno della famiglia volerà in Sudamerica: “Non lo abbiamo abbandonato finora e non lo faremo ora”.
Per l’ex terrorista l’estradizione è vicinissima.
Fonte Foto: Corriere della Sera