Ha salutato Frosinone e la Ciociaria con una lettera aperta. Eusebio di Francesco, come ormai era chiaro da settimane, se ne va. La sua prossima destinazione è Venezia. Rimarrà in serie A.
Ma non può dimenticare questo anno vissuto, un anno partito nel migliore dei modi e finito nel peggiore, con una retroces-sione che fa ancora male.
« Mi avete insegnato – scrive rivolgendosi ai tifosi – l’amore per la vostra maglia e per i vostri colori».
Non nasconde di aver pianto alla fine dell’ultima partita e nei giorni successivi: « Ancora oggi se ci ripenso mi sale tan-tissima rabbia e delusione. È stata una retrocessione immeritata ed ingiusta, per il coraggio messo in campo, per la lealtà mo-strata dentro e fuori – sottolinea – per la correttezza avuta nei confronti di arbitri e avversari.
Abbiamo onorato il Calcio per come lo intendo io. Il conte-sto intorno a noi – punge il tecnico – un po’ meno».
Di Francesco ha voluto ringraziare il direttor Angelozzi per avermi dato questa opportunità: «A luglio scorso ci siamo scelti – scrive – io ho scelto il grande professionista ma soprattutto l’uomo».
E poi un grandissimo grazie al presidente Stirpe, persona dai grandi valori umani e dalla sensibilità unica.
E non può dimeticare lo staff e i suoi ragazzi, di cui sarà sempre orgoglioso.
«E’ vero che non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo ma loro – scrive ancora il tecnico – non hanno mai smesso di se-guirmi, tra alti e bassi, con il desiderio di raggiungerlo» Cosi come ci hanno sempre creduto i tifosi, in casa e in trasferta.
«Il loro sostegno – dice di Francesco – mi ha riempito il cuore di orgoglio. Siete e sarete per sempre il dodicesimo uomo di questa bellissima società».
Questo il saluto di un tecnico che è andato ad un passo, a po-chi minuti, dal compiere un’impresa autentica. Un’impresa che sarebbe rimasta nella storia. Il finale è stato diverso. Ma ora si riparte. Ognuno per la sua strada, non dimenticando, però, quello che di bello c’è stato durante questo viaggio in Ciocia-ria da parte del tecnico abruzzese.