«Non ce l’ho fatta a salvare questa squadra e questo mi uccide. Frosinone per me è una seconda casa».
Una retrocessione che fa male, che ha lasciato una cicatrice che mai si rimarginerà nell’animo di Stefano Turati. Portiere e tifoso giallazzurro che tornerà a Sassuolo a scadenza del prestito. Sui social Turati ha affidato un lungo saluto alla società, ai tifosi e alla città di Frosinone.
«Un epilogo che non mi sarei immaginato, forse per questo fa ancora più male. Una delusione – scrive – che mi porterò fino alla tomba e che non andrà mai via ma con la quale dovrò imparare a convivere. Dal primo giorno è stata un’ossessione, qualcosa per la quale sarei stato disposto a fare di tutto per raggiun-gerla. Io ho dato il meglio di me, sia dentro che fuori. Tante decisioni le ho prese giuste e tante altre sbagliate, sono fatto cosi, spontaneo e passionale. Tutto questo solo ed unicamente per salvare questa squadra, non ce l’ho fatta e questo mi uccide, perché per quello che avevamo fatto, per quello che è stata la società e per quello che rappresentate voi tifosi, non ve lo meritavate».
Nel post alterna sue foto tra i tifosi e grandi parate. Turati parla 12 giorni dalla fatidica sconfitta con l’Udinese. C’è voluto tempo per elaborare quanto accaduto.
«Mi dispiace tanto, non lo potete nemmeno immaginare. Frosinone per me è una seconda casa e no-nostante il risultato sportivo ho creato legami forti che porterò e conserverò non solo nel mio cuore, ma per sempre, sulla mia pelle».