Cinquant’anni di storia per lo stabilimento Fiat cassinate.
A festeggiarlo il sindaco di Cassino, Enzo Salera: «In principio fu la 126. L’utilitaria di successo che aprì la strada alla berlina131, poi alla sportiveggiante Ritmo, all’incompresa Regata, alla comoda Tipo, passando per Tempra, Bravo, Brava, Marea, Stilo, Croma e poi Delta. Auto in cui molti di noi, da giovani, prima della “svolta” Alfa con Giulietta, Giulia e Stelvio ed infine con il Grecale di Maserati, ci siamo accomodati o abbiamo guidato, vissuto, amato ed anche odiato.
La Storia della Fiat di Cassino è la Storia nostra, del nostro Paese. Per mille motivi.
Ma soprattutto è quella di un territorio, il cassinate, la cui vita economica e sociale, per 50 anni dalla prima vettura sfornata dalle catene di montaggio, una indimenticabile 126 rossa, è stata scandita dalle alterne fortune commerciali e spesso dalle difficoltà del gruppo torinese, che decise di aprire qui il proprio stabilimento.
Attorno al quale poi, negli anni, sorsero molti insediamenti abitativi a servizio delle famiglie dei dipendenti, che a migliaia e migliaia, negli anni, hanno varcato giorno e notte la soglia della più importante industria italiana, per garantire un futuro ai propri figli, per rendere stabile il proprio presente.
Circa 7 milioni di vetture prodotte in 50 anni per una ventina di modelli d’auto che in misura diversa hanno segnato un’epoca. Per il design a volte, per i successi di vendita in altri casi, ma anche per l’innovazione, come avvenne nel ’78, con l’uscita di scena della 126, l’arrivo della Ritmo e l’introduzione di un avanguardistico sistema altamente automatizzato chiamato Robogate. Un nome che diceva tutto.
Al di là dei traguardi raggiunti, non posso non ricordare che nello stesso anno fu scritta anche una delle pagine più buieper Fiat e forse anche per il nostro territorio.Con l’accentuarsi delle lotte operaie,i Consigli di Fabbrica arroventati da attentati e rivendicazioni, l’accrescere della tensione tra lavoratori, sindacati e proprietà, si consumò la tragedia dell’assassinio di Carmine De Rosa:era il 4 gennaio e l’allora responsabile della sorveglianza dello stabilimentovenne ucciso da terroristi della sinistra eversiva.
Un momento cupo nella nostra Storia che oggi più di ieri, non possiamo dimenticare.
Quello venutosi a creare a fine anni ’70, poi culminato con la Marcia dei quarantamila“quadri” Fiat a Torino nel 1980, fu un contesto politico oltre che economico complesso come pochi, da cui però l’azienda riuscì a venirne fuori. Con difficoltà, fronteggiando sfide sindacali ed ostacoli economici notevoli. Ma ci riuscì.
Così come mi auguro possa presto riuscirci, oggi, che l’azienda non si chiama più Fiat, né Fca, ma Stellantis, rilanciandosi per lasciarsi alle spalle la devastante congiuntura economica che oggi ostacola la crescita del gruppo, ma che soprattutto produce ricadute dolorose sulle famiglie di migliaia tra operai e dipendenti.
Ecco, a loro, ai lavoratori che hanno fatto la Storia della nostra economia, la Storia di questo territorio, vuole andare il mio pensiero in occasione di questo speciale anniversario. Ai padri e alle madri che in 50 anni di lavoro tra le catene di montaggio hanno reso questo stabilimento una eccellenza del territorio, con cui il legame economico,ma anche sociale, resta indissolubile, ma soprattutto un riferimento per la nostra vecchia Fiat, chiamata oggi ad affrontare sfide sempre più importanti e difficili.
Sono certo che con l’apporto fondamentale delle vostre competenze, l’azienda, che noi di Cassino continuiamo a chiamare Fiat, un po’ per affetto, un po’ per abitudine, in Italia e nel Mondo, continuerà ad essere, con questo stabilimento che oggi produce auto di alta gamma, fulcro dell’economia del Cassinate e colonna dell’automotive internazionale.