Quel licenziamento è nullo, il suo datore di lavoro deve reintegrarlo e pagargli tutti i giorni in cui non ha potuto lavorare, come se lo avesse fatto. Perché? Perché da quando è scoppiata la pandemia c’è il blocco dei licenziamenti in Italia. È la sentenza emessa dal giudice del lavoro che si è espresso sul provvedimento subito da un uomo che lavorava per conto di una ditta edile, come responsabile di un cantiere.
A giugno, in piena emergenza covid, è stato licenziato visto che era cessata l’attività nel cantiere in questione. L’uomo però, 59enne del cassinate, si è rivolto agli avvocati Paola Alfei e Sandro Salera per far valere i propri diritti. Ed il giudice gli ha dato ragione.
Diversi gli aspetti sottolineati dai suoi legali: intanto la chiusura del singolo cantiere non può essere considerata come una cessazione attività per il datore di lavoro, che comunque aveva altri appalti, ma soprattutto quella decisione andava contro quello che è stato stabilito dal decreto legge 18/2020 che blocca i licenziamenti a causa della pandemia.
Il professionista quindi deve essere reintegrato. E la sentenza può essere da esempio per casi analoghi.
(foto repertorio)