Truffa aggravata. E’ questa l’accusa a carico di un 59enne di Cassino, dipendente Asl, arrestato dagli agenti del commissariato della città martire. L’indagine, coordinata dalla procura cassinate e dagli agenti della dottoressa Salerno, parte dal 2019, quando l’uomo per motivi disciplinari era stato trasferito dalla sede di Cassino a Pontecorvo.
Secondo la ricostruzione dei poliziotti l’uomo dalla data di assegnazione, fino agli inizi del 2021, aveva fruito di una serie di permessi riuscendo ad allungare l’assegnazione alla nuova sede, che di fatto però non è mai avvenuta. Infatti l’uomo, con la mansione di usciere, ha ripreso servizio a gennaio di quest’anno, ma secondo le risultanze delle indagini, sempre nella sede di Cassino incurante del trasferimento. Il problema principale però non è questo.
Secondo le accuse l’uomo non avrebbe mai lavorato. Le indagini degli agenti, confortate anche dalle riprese video, hanno restituito i comportamenti dell’uomo che dopo aver timbrato si recava al bar, oppure passeggiava tra le bancarelle degli ambulanti, o addirittura tornava a casa. Comportamenti culminati con l’arresto del 59enne, fermato in auto dopo aver timbrato il cartellino, mentre sbrigava faccende personali.
Nell’auto dell’uomo i poliziotti hanno trovato 3400 euro in contanti, nascosti in un borsone sotto il tappetino del portabagagli. Di quei soldi l’uomo non ha saputo spiegare la provenienza e neanche è riuscito a dare spiegazioni sul perché guidasse quell’auto, intestata ad un’altra persona. Sia i soldi, sia l’auto, sono stati sequestrati e per l’uomo sono scattate le manette.