Dispiacere: questa è la posizione dei parroci di Cassino dopo la scelta del sindaco Enzo Salera di revocare la delibera di giunta nella quale esprimere un parere in merito al conferimento del titolo di civitas mariae.
Ma al di là del dispiacere emotivo, espresso nella lettera firmata dai sacerdoti della città martire, nella missiva c’è anche altro. La prima precisazione riguarda la richiesta per nulla irrituale – scrivono – o difforme dalla procedura, perché risponde ad una prassi consolidata. Come è successo in un recente passato anche in altri comuni d’Italia. Quindi, secondo i parroci, interpellare l’amministrazione era per perseguire una strada fondata sul dialogo interreligioso, per far partecipare la comunità laica alle decisioni ecclesiastiche che riguardano il territorio.
La seconda precisazione invece è in merito alla diatriba creatasi tra San Benedetto e la Madonna dell’Assunta tenendo a sottolineare che non si trattasse di una gara a due e che la devozione a l’uno non avrebbe escluso l’altra adorazione. Una precisazione che i sacerdoti rivolgono all’amministrazione ma soprattutto a quanti nelle ultime settimane hanno confuso le idee, facendo diventare la questione un duello tra santi patroni.
Questo non era lo spirito, sottolinea la comunità ecclesiastica cassinate convinta che sia un onore avere come Patrono San Benedetto, e la Vergine Maria come Madre e Protettrice. Così come i parroci si dicono convinti che per tutta la città sia un onore avere come Patrono San Benedetto ed essere al tempo stesso Civitas Mariae. Per cui, ciò che i sacerdoti si aspettavano dall’amministrazione Salera, era ricevere un placet laico su una questione sì religiosa ma che, a quanto pare, confonde fede e ragione.