Dopo l’abbraccio con il Presidente della Repubblica a Castelporziano la carovana della pace ha proseguito il suo viaggio verso Scampia. Lungo il percorso ha incontrato un altro luogo che conosce la guerra e la violenza, così come la forza della rinascita: e da oggi Cassino ha il suo albero di cachi, figlio di quello sopravvissuto miracolosamente alla tragedia di Nagasaki.
Il 9 agosto 1945 una bomba atomica fu sganciata su Nagasaki. Migliaia le vittime. Un territorio annientato.
Ciononostante, ci fu un albero di cachi che miracolosamente riuscì a sopravvivere. Da quel fragile albero, si sono diramate piantine di “seconda generazione” che hanno toccato centinaia di luoghi della terra, portando ovunque pace.
In Italia da tre anni l’associazione Kaki Tree project percorre l’Italia in bicicletta portando pace e piccole piante figlie di quella madre. Nel viaggio di quest’anno si prefigge di congiungere due luoghi importanti di bellezza italiana: la tenuta Presidenziale di Castelporziano e il Giardino dei cinque continenti e della nonviolenza con il progetto Pangea a Scampia.
Lungo il percorso la carovana ha fatto tappa a Cassino, intercettata dall’associazione Eqo che ha fatto da tramite con il comune affinchè Cassino diventasse città sostenitrice del progetto di rinascita e di pace. La pianta di cachi, sorella di quella regalata pochi giorni prima al presidente Mattarella, verrà piantata presso gli Horti di Porta Paldi nel prossimo mese di febbraio, in occasione dell’80 anniversario del bombardamento della città martire e della sua Abbazia….