E’ stato il sindaco di Cassino Enzo Salera a dare il la alle indagine esternando in un consiglio comunale alla vigilia del Natale 2020 di avere subito il tentativo di pilotare l’appalto per l’efficientamento energetico della città. Oggi da quelle indagini sono scaturite tre misure cautelari nei confronti di due imprenditori ed un ex consigliere d’opposizione dimessosi poco tempo dopo quella seduta consiliare.
Corruzione, peculato e autoriciclaggio, ma anche truffa e indebita percezione di erogazione pubbliche derivanti dal sisma bonus: è quanto la guardia di finanza contesta a vario titolo ai tre.
Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle gli imprenditori fecero pressione sul presidente della Commissione Lavori Pubblici del Comune di Cassino affinché intervenisse sul sindaco Enzo Salera. L’obiettivo era favorire una ditta nell’appalto per l’efficientamento energetico della città
Sulla base degli indizi raccolti dalla Guardia di Finanza di Cassino sono emersi anche sospetti di irregolarità nella percezione dei fondi del ‘Sisma bonus’ e su un maxi abuso edilizio.
Secondo l’ ipotesi investigativa, le unità abitative realizzate sono state vendiute ad ignari acquirenti invogliati a concludere l’acquisto sfruttando il “sisma bonus acquisiti”, che avrebbe consentito di ottenere uno sconto in fattura di 96.000 euro per singola unità immobiliare, riducendone notevolmente il prezzo di acquisto.
La procura ha così disposto il sequestro di un complesso immobiliare del valore di 26 milioni di euro che sospetta sia gravato da abuso edilizio ed il sequestro di circa 3 milioni di euro.
Nella mattinata i Finanzieri hanno eseguito l’ordinanza cautelare emessa dal gip di Cassino. In particolare, nei confronti di due persone è stato disposto il divieto di dimora a Cassino e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per tutti il divieto di esercitare per un anno qualsiasi attività d’impresa.