CASSINO – 19 FEB – Nell’ambito dell’intensificazione delle attività di contrasto alle frodi nel settore dei prodotti petroliferi, disposta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, le Fiamme Gialle del Gruppo di Cassino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due fratelli, noti imprenditori del Cassinate, operanti da decenni nella distribuzione di carburante, resisi responsabili dei reati di omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili.
Gli odierni provvedimenti costituiscono il culmine di una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura Repubblica di Cassino, nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Alfredo Mattei, e condotta dai Finanzieri della Città Martire.
L’indagine è scaturita da un’attività di polizia economico finanziaria nei confronti di una società che gestiva un’area di servizio sita nel cassinate, formalmente amministrata da un pregiudicato salernitano – gravato da plurimi precedenti penali, quali associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata ai reati di usura, estorsione e porto abusivo di armi – ma di fatto gestita in prima persona dai due arrestati.
Gli accertamenti tributari hanno consentito di quantificare un ingentissimo danno arrecato all’Erario, derivante dalla mancata dichiarazione di ricavi per oltre 55 milioni di euro, da imposte evase per oltre 30 milioni di euro, di cui IVA evasa per oltre 12 milioni, nonché dall’emissione e dall’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti per oltre 65 milioni di euro.
Le investigazioni, condotte sia con metodiche tradizionali che innovative, hanno portato alla luce il complesso e vasto meccanismo fraudolento, realizzato mediante la classica triangolazione che prevedeva l’interposizione fittizia di una società “cartiera” tra i fornitori esteri ed i reali destinatari nazionali del prodotto petrolifero.
La finalità illecita perseguita era quella di ottenere la nazionalizzazione del carburante, dal punto di vista cartolare, senza versare l’IVA ad esso correlata, sfruttando il regime di sospensione d’imposta di cui godeva un’importante deposito fiscale sito nella provincia di Gorizia.
I due imprenditori arrestati (M.P. di 52 anni e M.D.C.M. di 61 anni), residenti nel cassinate, sono già stati colpiti, nell’ambito dello stesso procedimento penale, da un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del profitto dei reati commessi, per un importo pari ad oltre 12 milioni di euro.
Gli stessi, soci “occulti” dell’attività imprenditoriale, sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per la tassazione dei proventi illeciti, corrispondenti all’indebito arricchimento derivante dalla frode fiscale perpetrata.
L’attività in rassegna testimonia come il Corpo della Guardia di Finanza rivesta un ruolo centrale a contrasto delle frodi in materia di I.V.A., con particolare riferimento al settore della commercializzazione di prodotti energetici.
Tali fenomeni fraudolenti non solo consentono agli autori di evadere il Fisco per importi rilevantissimi, ma causano un inquinamento del mercato poiché permettono la vendita di beni a prezzi inferiori a quelli delle imprese rispettose delle regole, alterando la concorrenza con effetti negativi per l’economia e per le risorse delle Stato, accrescendo il carico fiscale per i cittadini onesti.