Con il passaggio in zona arancione le scuole tornano ad aprire i cancelli, almeno fino alle medie. Ma nonostante la possibilità, gran parte dei sindaci della ciociaria e del pontino ha preferito rimandare l’ingresso in classe a dopo Pasqua per evitare due giorni di didattica in presenza e poi di nuovo la chiusura per le festività Cassino è stata tra le rare eccezioni del basso Lazio a permettere ai suoi studenti di rientrare in classe martedì, anche se solo per due giorni.
Una decisione che alla vigilia aveva scatenato non poche polemiche. Ma, visti i numeri dei ragazzi che puntuali in mattinata si sono presentati al suono della prima campanella, la decisione è stata condivisa da gran parte della cittadinanza.
Sono stati infatti 2719 i bambini delle scuole dell’Infanzia e della Primaria a varcare i portoni d’ingresso dei rispettivi edifici scolastici nei tre circoli didattici cittadini. 1038 gli assenti, soprattutto nella fascia d’età fino a 5 anni. Tra gli studenti che usufruiscono del servizio mensa, 850 in tutto, 709 martedì hanno deciso di rientrare a ritmo pieno, proseguendo, come da calendario, le lezioni anche nel pomeriggio. I dati evidenziano come fosse largamente maggioritaria la volontà dei genitori favorevoli a far tornare i loro figli a scuola, interrompendo così, pur se solo per due giorni, un periodo di lunga lontananza dai compagni. Per questo l’assessore alla Pubblica Istruzione, Maria Concetta Tamburrini, si dice contenta della risposta alta, opportuna ed adeguata della maggioranza dei genitori, pur rispettando quelli che hanno fatto una scelta diversa. Evidenziando pure che ” le preoccupazioni correlate al virus ci sono ma i pericoli – parola di assessore – sono altrove, non nelle aule scolastiche dei bambini. ” Come i dati riferiti al contagio hanno più volte confermato.