Le scorse settimane era stato annunciato al capo delle risorse umane di Stellantis a Torino, ora cominciano ad emergere i particolari. Il rinnovo del contratto che i sindacati si preparano a chiedere ai vertici del colosso automobilistico per le fabbriche italiane del gruppo si attesterebbe al +6,5%. L’indiscrezione l’ha resa nota l’agenzia di stampa specializzata Reuters, in cui si sottolinea che la proposta dovrebbe essere valida a partire dal 2023.
Gli analisti del settore, interpellati da Reuters, parlano di iniziativa che non sorprende, sottolineando che gli aumenti ci saranno, ma su quanto si aprirà una valutazione. I sindacati avevano affermato che l’aumento sarebbe stato richiesto per provare quantomeno ad arginare l’aumento del costo della vita, i costi energetici ed anche per una questione di equità rispetto ai maxi guadagni dei manager del gruppo.
Altro tema è quello legato all’isolamento contrattuale di Stellantis rispetto alle altre aziende metalmeccaniche italiane, con l’uscita nel 2012 dal contratto Federmeccanica. In queste ore si sta paventando la possibilità di chiedere all’azienda di rientrare nel contratto confindustriale, cosa che però non trova l’unità delle forze sociali, a partire da FIOM estromessa dallo stesso accordo, in quanto non firmataria.